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Mercoledì 19/11/2003, CET 10:25

COSTITUZIONE EUROPEA: QUALE FUTURO PER L'EUROPA?

PREMESSA: CRONOLOGIA E FATTI SALIENTI

Nel dicembre 2000, il  Consiglio europeo di Nizza ha esposto una Dichiarazione sul futuro dell'Unione

In data 14 e 15 dicembre 2001, il Consiglio europeo di Laeken  ha adottato una Dichiarazione che individua alcune grandi questioni intorno alle quali dovrà articolarsi il dibattito per le riforme.
Per la prima volta l'elaborazione delle proposte di riforma è affidata ad una Convenzione rappresentativa delle principali istituzioni nazionali e comunitarie (Parlamenti e Governi nazionali, Commissione europea e Parlamento europeo).
La Convenzione ha tenuto la sua seduta inaugurale il 28 febbraio 2002. Affinché il dibattito sia ampio e coinvolga l'insieme dei cittadini, è stato aperto un Forum per le organizzazioni che rappresentano la società civile (parti sociali, organizzazioni non governative, ambienti accademici, ecc.).
Il 20 giugno 2003 la Convenzione europea ha trasmesso al Consiglio europeo di Salonicco (19-20 giugno 2003) le Parti I e II del progetto di Trattato che istituisce una Costituzione; la Convenzione ha inoltre chiesto al Consiglio europeo un tempo supplementare di lavoro per esaminare la Parte III del progetto di Trattato, relativa alle politiche.

Clicca per vedere la foto, il convegno Costituzione Europea


Il progetto di Trattato costituzionale è composto da: Parte I - preceduta da un preambolo - che contiene norme propriamente costituzionali (allegati alla Parte I vi sono anche i protocolli relativi al ruolo dei Parlamenti nazionali e all'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità); Parte II, che contiene la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea; Parte III, relativa alle politiche dell'Unione; Parte IV, recante le disposizioni generali e finali.

La Conferenza dovrebbe terminare i suoi lavori ed approvare il nuovo Trattato costituzionale il più presto possibile ed in tempo utile affinché sia conosciuto dai cittadini europei prima delle elezioni del Parlamento europeo del giugno 2004. Gli Stati aderenti parteciperanno pienamente alla Conferenza intergovernativa in condizioni di parità rispetto agli Stati membri. Il Trattato sarà firmato il più presto possibile dopo il 1° maggio 2004.

Il Consiglio europeo di Salonicco ha concesso alla Convenzione un tempo supplementare (fino al 15 luglio 2003) perché ritiene necessari alcuni lavori di carattere meramente tecnico per quanto riguarda la formulazione della Parte III, relativa alle politiche. L'obiettivo fondamentale, inoltre,  è quello di promuovere la partecipazione di tutti i cittadini europei alle scelte che riguardano il futuro dell'Unione.

LA NOVITA' NELLA PARTE TERZA: IL DIALOGO SOCIALE E LE POLITICHE SOCIALI

La parte prima e la seconda, che racchiudono le norme primarie tipiche di ogni costituzione, sono unite alle terza da un fragile equilibrio, in quanto in quest'ultima, emerge un dato nuovo rispetto al passato: il dialogo sociale e il rapporto con le parti sociali.
La parte III è, quindi, dedicata all'Europa sociale; i temi da inserire in questa parte  riguardano principalmente  le seguenti tematiche: l'integrazione della Carta dei Diritti di Nizza, il dialogo sociale, la solidarietà, la solidità sociale, mentre non ultime sono le politiche di occupazione e il rafforzo dei diritti sindacali.

Dal punto di vista del diritto,  all'indomani della II guerra mondiale, rispetto alle carte costituzionali sorte dopo le rivoluzioni del '700, oggi la Costituzione Europea si sviluppa in un altro contesto.
Inoltre, rispetto  al passato, questo processo è molto differente, perchè ogni Stato ha diverse esperienze  di costituzione, maturate, soprattutto,  in  questi ultimi 50 anni.

Clicca per vedere la foto: Epifani, CGIL


Questo processo giuridico costituzionale costituente, quindi,  ha il grosso problema di trovare lo stesso spazio in tutti gli Stati, mentre  il principio di unità costituente la Costituzione spesso trova grandi difficoltà a trovare  sinergie e accoglienza in  tutti gli Stati membri.  Infatti, ad esempio, suscita molte perplessità e pareri controversi, la clausola che permette a qualsiasi stato di recedere dalla Carta , qualora non si riconosca più in essa.
Più che ad una nuova costituzione, assomiglia ad un testo coordinato di quello che c'è già in ogni singolo stato, quindi, è necessario trovare   un'identità collettiva nei valori e nei modelli. Oggi,  così è definita da alcuni studiosi di diritto, si ha un "deficit" di democrazia in Europa, in quanto il potere non è diretto, ma, decentrato: è necessaria, quindi, una migliore ripartizione delle competenze dell'Unione europea, è necessaria una  semplificazione degli strumenti legislativi dell'Unione, è necessaria una maggiore legittimità democratica e trasparenza delle istituzioni dell'Unione europea, con una riflessione sul ruolo dei Parlamenti nazionali; va adottata la semplificazione dei trattati, con la eventuale prospettiva dell'adozione di una Costituzione europea e dell'inserimento della Carta dei diritti nel trattato di base.
Ma,  la novità straordinaria di questo processo, è che questo non è il fine e soprattutto questo  processo non si chiude al semplice completamento di una carta, ma, si apre ad un inizio di costituzione politica e sociale.  L'elemento che contaddistingue ed è distintivo della III parte è   il dialogo sociale. I principi ci sono  per gli spazi alla parte sociale, quindi,  è indispensabile che si rafforzi il ruolo tra la rappresentanza politica e sociale, attraverso lo strumento della concertazione, con la quale si ha il giusto spazio per il  consolidamento dei diritti e per rafforzare il vuoto europeo di distanza del potere dal singolo cittadino.
Tra queste tematitiche, non in secondo piano, passano il problema della cittadinanza e le politiche dell'immigrazione. I confini dell'Europa  determinano il fine di essa ossia la politica interna e non estera. Per questo motivo,  è necessaria, come ha sostenuto Panzeri,  una confederazione europea di sindacati per garantire la politica comune sulle tematiche del lavoro, dell'immigrazione, la sicurezza e la solidità sociale.

Clicca per vedere la foto: Panzeri, CGIL


Alcuni concetti chiave sono le norme sul diritto di informazione al lavoratore, norme sul licenziamento ingiustificato e soprattutto consolida l'idea che emerge, è che la forma di lavoro tipico riconosciuto come diritto è il lavoro a tempo indeterminato, anche se le logiche della flessibilità sembrano dirigersi più che verso alla stabilità del posto di lavoro, alla sua precarizzazione. 


Vittorio Aggio

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prodotto, realizzato, scritto da  Vittorio Aggio, Cesano Boscone (MI)