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Aggiornato il 25 luglio 2006 h. 15.27

SCIOPERO FARMACIE IL 26 LUGLIO: APERTE SOLO QUELLE DI TURNO

Mercoledi’ 26 luglio le farmacie italiane rimarranno chiuse per protestare contro la finta liberalizzazione prevista dal decreto legge Bersani. Il servizio farmaceutico sarà assicurato da circa 1.500 farmacie private di turno . Nel centro di Roma e’ prevista una manifestazione di farmacisti in camice bianco.


 

18 giugno 2006 h. 16.57
I MOTIVI DELLO SCIOPERO DELLE FARMACIE CONTRO IL DECRETO BERSANI. APERTE SOLO QUELLE DI TURNO E QUELLE COMUNALI. 
Nel corsichese e nel rozzanese le quattordici farmacie comunali rimarranno aperte. “Intendiamo tutelare il cittadino consumatore”. Un’indagine nella zona rileva che non aderiranno allo sciopero anche molte aziende private

Le farmacie aderenti a Federfarma (425 sono quelle nel milanese)  rimangono chiuse mercoledì 19 luglio per protestare contro il decreto Bersani che favorisce i grandi gruppi economici e le grandi catene distributive commerciali, indebolisce e toglie efficienza al servizio farmaceutico e spiana la strada ad una sanità controllata da pochi soggetti che operano con finalità speculative e di mero profitto. Il decreto, inoltre, sempre secondo Federfarma, espropria il Ministero della salute di ogni decisione a proposito dei farmaci da vendere fuori farmacia.

Altre iniziative di protesta saranno deliberate venerdì 21 luglio dall’Assemblea di Federfarma, se il governo continuerà a non ascoltare le ragionevoli proposte avanzate dalle farmacie per un reale ammodernamento del servizio farmaceutico che, peraltro, e’ il migliore in Europa per capillarità sul territorio ed efficacia.

Per ridurre al massimo il disagio dei cittadini il servizio sarà garantito dalle farmacie di turno, i cui elenchi sono disponibili presso le asl.

I farmacisti sono certi che la popolazione capirà che, con la chiusura del 19 luglio, le farmacie difendono anche gli interessi dei cittadini e il loro diritto alla salute. I cittadini devono poter continuare ad avere una farmacia sulla quale contare, indipendente e professionale, che non sia uno dei tanti punti vendita di un grande gruppo commerciale, gruppo che decide quali farmaci mettere in vendita e a quali prezzi, in base alle proprie strategie di marketing.

Apparentemente il decreto va nell’interesse del cittadino, dichiara di ispirarsi all’Antitrust e all’Europa, ma in realtà fa il gioco di potenti lobby economiche che vogliono aumentare i consumi di farmaci e far lievitare il business della salute oltre le reali necessità sanitarie degli italiani.

Non si spiega in altro modo la chiusura del Governo nei confronti delle aperture di Federfarma che consentirebbero di modernizzare il servizio farmaceutico e ridurre i prezzi dei medicinali, in linea con gli obiettivi del decreto-legge, senza mettere in crisi le farmacie, soprattutto quelle più piccole, e, quindi, senza danni per il cittadino.


Invece, le farmacie comunali del sud ovest milanese non aderiranno allo sciopero indetto per domani da Federfarma. Rimarranno aperte a Corsico, Buccinasco, Trezzano sul Naviglio, Rozzano, Opera. “Intendiamo privilegiare – sottolinea il sindaco di Corsico, Sergio Graffeo, che è anche presidente dell’Associazione Comuni del sud Milano, comprendente 17 enti locali – le necessità del cittadino, ribadendo il ruolo sociale, di tutela della salute del sistema farmacia, mettendo in secondo piano l’aspetto commerciale”. Sulla stessa linea anche il presidente della Trezzano Multiservizi spa, che controlla la farmacia comunale di Trezzano sul Naviglio: “La scelta dell’Amministrazione comunale e del sindaco Liana Scundi – spiega Pietro Sucameli – è stata, nei mesi scorsi, il rilancio della nostra farmacia, in modo che diventi un vero e proprio presidio socio-sanitario rivolto alla collettività. Quindi non possiamo che condividere la scelta di Assofarm che in un comunicato ufficiale ha sottolineato di non voler intraprendere alcuna forma di protesta”.
La federazione delle farmacie comunali italiane, infatti, in un ordine del giorno approvato nel corso di un’assemblea nazionale svoltasi venerdì scorso a Bologna ha sottolineato che il provvedimento del ministro Bersani “non risolve il problema della liberalizzazione del settore né il problema dell’alto costo dei farmaci”. Però “per le ragioni attinenti la propria storia e la traduzione di sistema di farmacie a caratterizzazione sociale invita i propri associati a non interrompere tutte le iniziative a favore della popolazione continuando ad applicare, in base alle proprie strategie, la politica degli sconti e non intende mettere in atto azioni che prevedano la chiusura delle farmacie comunali”. Decidendo quindi di “non intraprendere alcuna forma di protesta che porti all’interruzione del servizio a favore dei cittadini pazienti”. 
La stessa Amministrazione comunale di Opera, per voce del vicesindaco Tonino Liguori, sottolinea la “necessità di garantire maggiore fruibilità del servizio farmaceutico, garantendo il supporto, per il cittadino, di personale qualificato”. L’associazione delle farmacie pubbliche non nasconde però la propria preoccupazione per gli effetti del decreto e “ripropone una trasformazione più complessiva – si legge in un comunicato – del ‘sistema farmacia’ attraverso una ormai improcrastinabile legge di riforma che veda, tra l’altro, una diversa remunerazione del farmacista, una revisione delle ‘piante organiche’, l’aumento del numero delle farmacie soprattutto nel centro-sud e il riequilibrio fra sedi farmaceutiche private e pubbliche oggi fortemente penalizzate e, per garantire maggiore fruibilità del servizio farmaceutico, l’ampliamento degli orari di apertura delle farmacie”.
Aspetto, quest’ultimo, che ha tenuto banco per diversi mesi in una contesa, non ancora conclusa, tra “Farmacie comunali corsichesi spa” e Regione Lombardia, dopo che il governo del Pirellone aveva disposto la limitazione degli orari di apertura della farmacia n. 1 di Corsico. Tanto che cinque Consigli comunali e oltre 8.000 cittadini, attraverso una raccolta di firme, hanno chiesto una modifica della norma regionale. “Ora il decreto Bersani – spiega il sindaco di Corsico – riapre la questione, spostandola dal livello locale-regionale a quello nazionale”. Tanto è vero che nelle prossime settimane il tema orari sarà oggetto di confronto nel corso dell’audizione sul decreto legge firmato dal ministro Bersani che vedrà intorno allo stesso tavolo la responsabile del dicastero della salute, Livia Turco e quello dello Sviluppo economico, l’Agenzia del farmaco e l’Assofarm.

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