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Aggiornato il 7 giugno h. 13.37

Senza stipendio, 350 lavoratrici in piazza

Il Gruppo Cerruti, con uno stabilimento a Corsico e uno a Vigano di Gaggiano, nonostante non sia coinvolto nella crisi del mercato tessile, rischia il default. Giovedì 9, la sezione fallimentare del Tribunale di Milano deciderà le sorti del gruppo

 

Corsico (7 giugno 2005) – “Scriverò una lettera ai ministri del Lavoro e dell’Industria affinché diano ascolto alle centinaia di lavoratrici che rischiano il posto di lavoro. Perché le istituzioni, nel loro complesso, dal Comune alla Provincia, dalla Regione al Governo nazionale hanno il dovere di dare una risposta alla crisi di un gruppo che opera in un settore leader, la moda di qualità, la quale non ha risentito, in modo significativo, dei problemi del mercato tessile italiano”: il Sindaco Sergio Graffeo ha incontrato, nella mattinata di oggi, insieme agli assessori alle Politiche del Lavoro Nadia Landoni e all’Ambiente, Dario Ballardini, alcuni rappresentanti delle lavoratrici del Gruppo Cerruti che produce abbigliamento maschile. Il confronto con gli amministratori locali è avvenuto subito dopo una manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil. Partita verso le 9.30 dallo stabilimento di via Di Vittorio, ha attraversato la città fino ad arrivare al Palazzo comunale dove un gruppo di lavoratrici e gli amministratori locali hanno discusso i contenuti di un verbale d’intesa, che verrà firmato entro venerdì. Le Amministrazioni di Corsico, di Gaggiano, l’Amministrazione provinciale (per la quale era presente oggi l’assessore alle Crisi industriali Bruno Casati), la Cgil, la Cisl, la Uil e le Rsu degli stabilimenti, con l’accordo discusso oggi, intendono attivare un tavolo permanente “per il monitoraggio della crisi del gruppo, finalizzato a valutare le ricadute occupazionali, nonché gli strumenti da adottare”. Un tavolo che nascerà nell’ambito dello “Osservatorio attivo del tessile abbigliamento e dei settori affini metropolitano (OATAM)” istituito il 2 dicembre scorso. Inoltre, con l’intesa, “le istituzioni locali si impegnano a sostenere ad un prossimo tavolo nazionale in sede ministeriale, che sarà attivato in relazione all’evoluzione della crisi, le istanze a tutela dell’occupazione sul territorio”.

All’incontro era presente anche la senatrice Ornella Piloni che ha ribadito il suo personale impegno sul problema, comunicando di aver già presentato un’interrogazione ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e delle attività produttive. “Insieme ai colleghi Treu (Margherita), Piatti (Ds), Caruso (An), Ripamonti (Verdi), Malabarba (Rc) e Monti (Lega) – ha detto la senatrice – ho presentato un’interrogazione mettendo in evidenza la particolare situazione di crisi del gruppo e chiedendo di esplicitare l’intenzione dei Ministri competenti di attivare un tavolo al fine di chiarire l’insieme della situazione e, soprattutto, assicurare il futuro produttivo delle imprese”.

Alla riunione hanno preso parte anche le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil. “Siamo di fronte – ha sottolineato Giuseppe Augurusa, segretario generale di Filtea Cgil – ad un’occasione affinché non si realizzi il disfacimento di un patrimonio di conoscenza, qualità e leadership nel settore del made in Italy. Tale occasione è rappresentata dall’avvio di un percorso virtuoso che porti l’impresa all’Amministrazione straordinaria, in alternativa ad un devastante fallimento”. Un auspicio? Sicuramente, visto che il 9 giugno, la sezione fallimentare del Tribunale di Milano potrebbe decretare la cessazione dell’attività o creare i presupposti per consentire un percorso di amministrazione straordinaria.

“Vogliamo lavorare – hanno detto le dipendenti dell’azienda corsichese – e prendere lo stipendio che non vediamo da marzo”. La loro disperazione si leggeva sui cartelli portati durante tutto il corteo: “Lo stipendio per i lavoratori è come la pioggia in periodi di siccità… prima o poi arriverà”.

 


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