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Aggiornato il 11 giugno  2006 h. 16.35

REFERENDUM COSTITUZIONALE.
 
Domenica 25 giugno si terrà il referendum confermativo sulla riforma della seconda parte della Costituzione varata dal governo di centro destra. Questo tipo di referendum NON HA IL VINCOLO DEL QUORUM.
L’esito del referendum sarà dunque valido qualunque sia la percentuale di affluenza, proprio per questo motivo bisogna andare alle urne e votare SI.
Innanzitutto per non fermare il rinnovamento istituzionale del Paese e confermare le fondamentali novità contenute nella riforma costituzionale:
·       Riduzione del numero dei parlamentari;
·       Meno sprechi e istituzioni più efficienti;
·       Più potere di scelta ai cittadini;
·       Introduzione del concetto d'interesse nazionale;
·       Premierato "forte";
·       Norme antiribaltone;
·       Chiarezza dei compiti dello Stato e delle Regioni;
·       Devoluzione alle Regioni dell'organizzazione su sanità, scuola e polizia locale;
·       Istituzione del Senato Federale.
Si tratta del primo ed organico progetto di riforma costituzionale che l’Italia abbia prodotto in oltre vent’anni di dibattito. Arrestare questo processo significherebbe la fine di ogni tentativo di riformare una Costituzione ormai inadatta ai nostri tempi.
 
Riformare la Costituzione non significa stravolgerne il senso e il valore, che resta ancora oggi il patrimonio di tutti; vuol dire invece aggiornarla alle opportunità, ai vincoli e alle sfide del nostro tempo.
 
Per conservarne lo spirito originario è necessario rivederne i meccanismi, ma non i principi.
 
La riforma, infatti, riguarda la seconda parte della Costituzione, quella relativa alle istituzioni, perché i principi dichiarati solennemente nella prima parte conservano ancora intatta la loro validità.
 
Le istituzioni sono meccanismi che devono funzionare, e devono farlo in modo efficace, adempiendo alle loro funzioni in modo democratico e tenendo ferma la responsabilità verso il cittadino.
 
Basta con la politica chiusa nei suoi giochi di potere, che guarda al cittadino come ad una risorsa da spremere per mandare avanti i suoi grossi apparati malfunzionanti e che considera ogni partecipazione alla vita pubblica come un’interferenza, un disturbo sgradevole da zittire.
 
E’ con questa volontà che il SI al referendum è anzitutto una scelta per gli elettori prima ancora che per una parte politica; è una scelta per la politica dei cittadini contro la politica dei palazzi, del potere, dell’indifferenza.
 
Per il bene del Paese, per il futuro nostro e delle giovani generazioni bisogna andare a votare e votare SI
 
COSA CAMBIA SE VINCE IL SI:
 
ELEZIONE DELPRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.
 
ORA:                                                                      
Il Presidente viene eletto da Camera e Senato in seduta comune con l’aggiunta di tre delegati per Regione eletti dai Consigli regionali in modo che sia assicurato il rispetto delle minoranze.
Il Presidente è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale; per essere eletti bisogna avere compiuto 50 anni.

SE VINCE IL SI:
Il Presidente viene eletto dall'Assemblea della Repubblica: due Camere (dei Deputati e Senato federale), Presidenti di Regione e delle Province di Trento e Bolzano e da un numero di delegati eletti dai Consigli regionali.
Il Presidente è il Capo dello Stato, rappresenta la Nazione ed è garante della Costituzione e dell'unità federale della Repubblica.
Vengono aggiunti due poteri, la nomina dei Presidenti delle Authority e la designazione del vicepresidente del CSM.
La concessione della grazia diventa suo potere esclusivo.
L’età minima per essere eletti, viene ridotta a 40 anni.
 
GOVERNO.
 
ORA:
Il Capo del governo, viene nominato dal Presidente della Repubblica, e dirige la politica generale del Governo.
I ministri sono nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del Capo del Governo.
Ottiene, la fiducia dalle due Camere, ognuna delle quali la accorda o la revoca mediante mozione motivata e per appello nominale
 
SE VINCE IL SI:
Il Primo ministro o Premier, viene nominato dal Presidente della Repubblica sulla base dei risultati delle elezioni; determina la politica generale del Governo, dirige l'attività dei Ministri, ed ha la facoltà di nominarli e revocarli.

Ottiene la fiducia della Camera dei Deputati attraverso l’espressione di un voto sul programma del Governo.
 
PARLAMENTO.
 
ORA:
La Camera è costituita da 630 deputati, l’approvazione del regolamento interno avviene a maggioranza assoluta dei componenti.
L’età minima per essere eletti deputati è di 25 anni.
Il Senato è costituito da 315 senatori.
L’età minima per essere eletti è di 40 anni.
Vige il bicameralismo cosiddetto "perfetto". La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due camere, con il passaggio da una all'altra dei progetti-disegni di legge, fino a quando le due Camere approvano lo stesso testo.
 
SE VINCE IL SI:
La Camera viene ridotta a 518 i deputati, oltre ai deputati a vita (ex presidenti della Repubblica e non più di tre nominati).
L’approvazione del Regolamento interno a maggioranza di tre quinti dei votanti.
L’età minima per essere eletti, viene ridotta a 21 anni.
Il Senato Federale della Repubblica, viene ridotto a 252 i senatori eletti a livello regionale contestualmente ai rispettivi Consigli Regionali.
I senatori devono avere legami di appartenenza alla Regione per la quale vengono eletti. L’età minima per essere eletti, viene ridotta a 25 anni.
Cessa il bicameralismo “perfetto”, la Camera ha competenza esclusiva sulle leggi dello Stato.
Il Senato su quelle di competenza concorrente (mista Stato/Regioni) e regionale.
Le due Camere insieme decidono sulla legge di bilancio, su quelle costituzionali, elettorali e riguardanti gli enti locali.
 
SCIOGLIMENTO DELLE CAMERE.
ORA:
Il Presidente della Repubblica può sciogliere le due Camere (Deputati e Senato) o anche solo una di loro, sentiti i rispettivi Presidenti.

 
SE VINCE IL SI:
Lo scioglimento della Camera dei Deputati, in caso di mozione di sfiducia al Primo Ministro, è automatico.
In caso di richiesta di fiducia negata, il Primo Ministro si dimette e il Presidente della Repubblica scioglie la Camera e indice le elezioni, oppure la maggioranza può presentare una mozione in cui indica il nuovo Primo Ministro, che il Presidente della Repubblica sarà tenuto a nominare (Sfiducia costruttiva).
Il Senato federale può essere sciolto dal Presidente della Repubblica in caso di prolungata impossibilità di funzionamento.
 
 
 
CORTE COSTITUZIONALE (CONSULTA).
 
ORA:
La Corte Costituzionale è costituita da 15 giudici.
Cinque, sono nominati dal Presidente della Repubblica, cinque sono nominati dal Parlamento in seduta comune, cinque, sono nominati dal CSM.
Non può far parte della Corte Costituzionale chi è: Parlamentare, Consigliere regionale, o svolge la funzione di avvocato durante il mandato.
 
SE VINCE IL SI:
La Corte Costituzionale sarà sempre costituita da 15 giudici.
Diventano sette quelli di nomina parlamentare ( tre dalla Camera, quattro dal Senato federale), quattro vengono nominati dal Presidente della Repubblica e quattro dal CSM.
Non potranno far parte della Corte Costituzionale chi è: Parlamentare, Consigliere regionale, svolge la funzione di avvocato durante il mandato; si aggiungono, nei tre anni dopo la scadenza, incompatibilità con incarichi di governo, cariche elettive o di nomina governativa, svolgimento di funzioni in organi o enti pubblici.
 
 
CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA (CSM).
 
ORA:
Il CSM è presieduto dal Presidente della Repubblica. I membri di diritto sono il primo Presidente e il Procuratore Generale della Corte di Cassazione.
I membri eletti sono: due terzi, da tutti i magistrati ordinari e per un terzo dal parlamento in seduta comune. Il CSM elegge un vicepresidente tra i componenti designati dal Parlamento.
 
 
 
SE VINCE IL SI:
Presidenza e membri di diritto rimangono invariati.
I membri eletti saranno: due terzi da tutti i magistrati ordinari, un sesto dalla Camera dei deputati e un sesto dal Senato federale. Il Vicepresidente sarà scelto dal Presidente della Repubblica.
 
FEDERALISMO E DEVOLUZIONE.
ORA:
Le Regioni hanno potestà legislativa in ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.
Il Governo può promuovere la questione di legittimità costituzionale alla Corte Costituzionale qualora ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione.
 
SE VINCE IL SI:
Le Regioni avranno potestà legislativa esclusiva in materia di: assistenza sanitaria, organizzazione scolastica (e parte dei programmi scolastici d’interesse specifico regionale), polizia locale (Devoluzione).
Definizione delle competenze regionali trasferendo all’esclusiva competenza statale importanti materie di interesse nazionale ( tra cui energia, infrastrutture, tutela della salute, sicurezza sul lavoro).
Attuazione, entro tre anni, del federalismo fiscale previsto dalla precedente riforma per gli enti locali, (autonomia finanziaria di entrata e di spesa, risorse autonome, fondo perequativo per territori con minore capacità fiscale, destinazione di risorse aggiuntive in casi determinati.
Il Governo potrà impugnare una legge regionale, che ritenga pregiudichi l’interesse nazionale, davanti al Senato Federale che rinvia la legge alla Regione per la rimozione della causa d'impugnazione. In caso negativo la legge viene sottoposta al Parlamento in seduta comune, che a maggioranza assoluta, può proporre al Capo dello Stato l'annullamento parziale o totale della legge.
E’ prevista una Clausola di Supremazia in cui lo Stato può sostituirsi agli enti locali nel caso di mancata emanazione di norme essenziali.
 
Cesano Boscone 11/06/06                                           Santi Raimondo
                                                                                    Capogruppo A.N.
 
 
 
 
 
In questo modo è possibile dare concretezza e visibilità alle proposte che arrivano dalle esigenze dei cittadini, e dare risposte efficaci che vadano ad incidere sui bisogni reali della gente, stimolando in tal modo l’entusiasmo e la partecipazione alla vita politica attiva dei cittadini.
 
E’ così che nasce un bilancio partecipato. Dal basso. Non calato dall’alto.
 
Se la maggioranza intendesse coinvolgerci, percorrendo questa strada, saremmo lieti di portare il nostro contributo.
 
 
 
 
Cesano Boscone 09/06/06                                                    Santi Raimondo
                                                                                    Capogruppo di A.N.
 
 


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