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Aggiornato il 19 aprile 2005 h. 23.00

 

RUBRICA LA PIAZZA DEL CONSIGLIERE

LA DEVOLUTION

(RISPOSTA ALLA MOZIONE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA, CONSIGLIO COMUNALE DEL 11/04/2005 di Cesano Boscone)

Questa mozione rappresenta l’ennesima dimostrazione di come il cosiddetto centro-sinistra, anziché progredire verso un vero riformismo, si trovi sempre di più alla deriva verso sinistra. Presentare in Consiglio Comunale un documento in cui si legge testualmente che la riforma della devolution coincide con lo “smantellamento della Costituzione, la fine dell’uguaglianza, della libertà, della partecipazione” a noi pare quantomeno poco serio. Qualificare la devolution come antidemocratica e, soprattutto, come “eversiva”, significa far proprio il consueto gergo tanto caro ai comunisti. D’altro canto è stato proprio Cossutta a definire “eversiva” tale  riforma appena qualche giorno prima.  E, com’è noto, questa sinistra è antifederalista per storia, per struttura, per forma mentis. Insomma, che il modello federale non appartenga a chi guarda ancora con nostalgia al marxismo dovrebbe ormai essere di dominio pubblico. Così come dovrebbe apparire chiaro a tutti, al di là di mille discorsi, parole ed elucubrazioni di vario tipo, che il comunismo ha solamente prodotto regimi (quelli sì) come quelli di Cuba, della Corea del Nord, della Cina o della vecchia “Unione” (!) Sovietica. Paesi con pochissima libertà, arretrati, dove ogni cosa ed ogni decisione erano e restano centralizzate.
Forse l’opposizione di sinistra non si rende ancora conto che il federalismo è una necessità ed una tendenza internazionale che coinvolge tutta l’Europa. Persino l’Inghilterra ha dovuto concedere la devolution a Scozia e Irlanda. La gran parte dell’Occidente va in questa direzione ormai da diverso tempo; oggi persino la Francia prefettizia sta accelerando in questa direzione. Ciò malgrado, forte dei recenti risultati elettorali nonché della sua solita arroganza, la sinistra italiana promette che, una volta al potere, cancellerà, azzererà, resetterà tutto: sia la devolution che tutto il resto. Come se nelle più grandi democrazie “bipolari” del mondo si dovesse ricominciare daccapo ogni volta che una parte si avvicenda all’altra dopo le elezioni politiche. Se così fosse, quale progresso vi potrebbe essere?
La verità è che questa sinistra appare sempre più conservatrice e fuori dal tempo. Senza dimenticare, poi, che fu proprio la sinistra a spacciare per federalista la propria riforma, approvata con soli 4 voti di scarto, in fretta e furia, alla vigilia delle elezioni del 2001. Tralasciando discorsi inerenti la serietà di una simile iniziativa, vorremo ricordare che quella riforma si rivelò un vero e proprio pasticcio. Ad oggi, sono ben 400 i ricorsi alla Corte Costituzionale da parte di Regioni, Province e Comuni. Un vero fallimento di cui la migliore espressione è rappresentata dalle cosiddette “materie concorrenti”, ovvero da quelle materie per le quali non era possibile definire cosa spettasse a chi; se allo Stato o alle Regioni. Forse è per questo che Rutelli va dicendo da giorni che la riforma verrà annullata; salvo precisare, poi, che la stessa verrà riconcepita insieme al centro-destra. Visti i risultati, che necessitino di qualcuno con le idee più chiare delle loro? In altre parole, tanto per cambiare, ciò che fa la sinistra va sempre bene, mentre ciò che fa il centro-destra è la pura rappresentazione di satana in terra. Noi possiamo anche capire che questa operazione “centralizzata” serva alla sinistra per dare visibilità alla cosiddetta “Unione”, nei vari Comuni, in previsione delle future elezioni politiche. Capiamo anche che l’iniziativa  possa fare gioco anche ad alcuni esponenti della CdL che auspicano un terremoto interno. Tuttavia riteniamo che si tratti di un tentativo vano e che la riforma della devolution verrà attuata. Il Paese, al di là degli infondati e falsi spauracchi agitati da più parti (nord-sud, Regioni ricche-Regioni-povere), ha bisogno di riforme e cambiamento. Questo lo sanno gli elettori del centro-destra che hanno premiato la Lega Nord alle regionali, ma lo sanno anche i lor signori della sinistra italiana. Non è un caso, infatti, che non invochino più di tanto le lezioni anticipate. Come dire ed ammettere che le riforme servono al Paese, ma che è bene che a promuoverle e ad adottarle sia il centro-destra; per poter criticare sempre e comunque.

Stefano Bellintani

Lega Nord

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