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Aggiornato il 23  novembre 2005 h. 00.47

Consiglio Comunale dell’11/11/05, INTERVENTO DI S. ARIEMMA, LA MARGHERITA CESANO B.
 
O.d.g.: FINANZIARIA
 
Oggi il Senato ha approvato il disegno di legge di bilancio e le due note di variazione alla Finanziaria e al decreto legge collegato. La manovra ora passa all’esame della Camera.
Questa Finanziaria non da nessuna risposta vera ai problemi dello sviluppo, della crescita economica, del recupero di competitività delle imprese e di difesa del potere d’acquisto delle famiglie italiane.  Una stangata di 27 miliardi di euro.
Berlusconi ha giustificato i "sacrifici da fare" con le pressioni subite dalla Ue, facendoli pagare interamente alle masse popolari e ai ceti deboli. Ma avendone la volontà politica i soldi possono essere presi, anzi vanno presi ai capitalisti, ai ricchi borghesi, ai possessori di grandi patrimoni e rendite. Basterebbe reinserire la tassa di successione (1,2 miliardi di euro), e a una vera e seria lotta all'evasione e all'elusione fiscale e previdenziale.
Drammatici i tagli alla Biennale di Venezia. Che danni produrrà, in termini di occupazione, il taglio del 30% delle risorse alla cultura. È paradossale che l’incidenza delle risorse culturali sul bilancio italiano, comparativamente alle grandi democrazie europee, già così residuale sia ulteriormente ridotta. Tra i primi effetti ci sono i primi licenziamenti nel mondo dello spettacolo dal vivo, teatro e cinema. È un comparto che interessa in termini di occupazione 200.000 persone, migliaia di imprese. Si tratta di tagli a risorse che già oggi erano esigue. Istituito nel 1985 con una dotazione di mille miliardi di lire, il Fondo (mai indicizzato, ndr) ha subito un progressivo decremento, culminato sotto l’attuale governo. Se dovessimo assumere un obiettivo, dovremmo puntare su un aumento tendenziale delle risorse pari ad un punto percentuale del bilancio. Come avviene in Francia dal 1959 ad oggi. Tuttavia, in Italia noi spendiamo quasi la metà di Francia e Germania a dispetto dell’entità del nostro patrimonio sia culturale che artistico. La verità è che questo governo non ha onorato gli impegni presi e ribaditi a Vicenza, dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Letta alla presenza del presidente della repubblica Ciampi.
 
I comuni italiani non dovrebbero essere trattati dal governo come una controparte ed essere costretti ad una scelta iniqua tra più tasse o meno servizi”. Già nel 2003 i Comuni, per pareggiare i bilanci falcidiati dalla Finanziaria, sono stati costretti ad aumentare il gettito dell’addizionale Irpef del 49% e l’ICI di un punto percentuale.Voglio sottolineare al Consigliere Stefano Bellintani,
bloccare la spesa per investimenti dei comuni vuol dire dare un colpo ulteriore alla possibilità di ripresa economica del Paese. Si penalizza soprattutto chi ha fatto una sana ed efficiente programmazione finanziaria che oggi sta iniziando a realizzare;
Utilizzare l’autonomia fiscale introducendo tasse per investimenti nuovi: è uno scambio non accettabile. Gli investimenti dei Comuni producono reddito (PIL) è giusto allora che entrino in un disegno complessivo di finanza pubblica che miri a premiare chi  - grazie ad una sana gestione - investe concorrendo alla crescita dell’intero Paese.
La spesa corrente dei comuni è sotto controllo, il tetto che punta al contenimento della spesa corrente, incide dunque su una voce (quella dei servizi) già fortemente ridimensionata come dimostra il suo basso tasso di crescita (1,93 nel 2002 e del  3,23% nel 2003).
Considerare la spesa dei Comuni uguale a quella dei ministeri, è un errore. Su 55 euro di spesa comunale, 38,6 sono di spesa corrente e 16,44 di investimenti.
“Una scelta suicida, che paralizza l’economia del nostro Paese e costringe i Comuni a tagliare servizi sociali a fronte di esborsi sempre più pesanti per i cittadini”.
“I dati forniti dall’Istat sono tutti molto preoccupanti e in modo particolare quello relativo all’avanzo primario che è ulteriormente sceso allo 0,1%, segno del progressivo deterioramento delle condizioni della nostra economia e delle sue capacità di ripresa. “La politica del governo Berlusconi ha avuto l’effetto di un terremoto sulla nostra economia e le continue scosse stanno determinando un serio rischio crolli. Il dato di fatto è che quattro anni e mezzo di gestione del centrodestra hanno distrutto un avanzo primario molto consistente che consentiva di fare fronte alla spesa per interessi passivi e quindi annullava in pratica lo svantaggio competitivo derivante dall’avere un fortissimo debito”.
“La politica dissennata di questo governo ha eliminato l’avanzo primario e ora si rischia di tornare alla spirale micidiale di pagare gli interessi sui debiti preesistenti contraendo debiti nuovi. Inoltre, come era ovvio, la fine dell’epoca dei condoni ha determinato un calo fortissimo delle entrate nell’ordine di poco meno del 5% pregiudicando le disponibilità di bilancio in un momento in cui bisognava investire per rilanciare l’economia”.
“Questo è il quadro realistico nel quale si inserisce una finanziaria che annotando in copertura entrate inesistenti ed esagerate dismissioni finirà per aprire inesorabilmente altre voragini nei conti pubblici”.
Grazie per l’attenzione
Votiamo a favore all’o.d.g.              
Il Capogruppo
Salvatore Ariemma

 


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