L’area metropolitana tra Milano    e    Abbiategrasso ha avuto nell’ultimo decennio uno sviluppo tale da diventare da uno dei poli commerciali  tra i più importanti d’Europa: poche sono le aziende, che non hanno una sede o una filiale qui. Il che ha creato di conseguenza uno sviluppo dei centri abitati, ma, naturalmente,  non di strade di collegamento, capaci di sopportare l’enorme afflusso di traffico e, soprattutto, di servizi pubblici atti ad evitare l’uso dell’automobile.

Basti pensare, che lungo la statale Vigevanese (nuova e vecchia) all’altezza dell’uscita Milano Lorenteggio, non è possibile per i pedoni passare da Cesano/Corsico a Trezzano S/N, in quanto non esistono e non vi è stato modo o non si è voluto  creare passaggi pedonali. Unica soluzione sembra essere  l’auto: andare a piedi o in bicicletta è un tentato suicidio.

 Gli orari delle autolinee e la frequenza dei mezzi pubblici sono rimasti ad un livello medievale: di sera provate ad immaginarVi cosa significhi per una donna (che potrebbe essere ns madre, nostra moglie, fidanzata o figlia) dover prendere i mezzi  e dover  aspettare un’ora (se passa) il pullman, lungo la statale, sotto ad una fatiscente pensilina.

     Quindi, ecco perché bisognerebbe accelerare il  potenziamento della ferrovia, (SCONOSCIUTA AI PIU’ PERCHE’ SFRUTTATA AL MINIMO NEL CORSO DEGLI ANNI), che si trova tra la Vecchia e la Nuova Vigevanese,  trasformandola in una metropolitana leggera. Avrebbe sì un senso ottimo:  disincentiverebbe i cittadini ad usare l’auto per recarsi a lavoro, riducendo il traffico, ormai piaga della zona,  etc