SORVEGLIATI
SPECIALI?
La telecamera, strumento per
esaltare il proprio
esibizionismo. Ma non tutti
sanno che…
Simbolo tecnologico del terzo
millennio, la telecamera si è
imposta come uno degli
strumenti di comunicazione più
importanti, tanto da
ribattezzare il nostro secolo
come la “cam-era”, in anni
in cui le reti televisive
costruiscono i propri
palinsesti sui reality-show,
dove gruppi di perfetti
sconosciuti o ex famosi si
annientano pur di conquistare
il successo, non era difficile
aspettarsi che anche le
persone comuni desiderassero
puntare un obiettivo anche su
di sé.
Non ci credete? Basta visitare
il sito video.google.com per
poter visionare un incredibile
numero di filmati, che non
comunicano nient’altro che
il desiderio di soddisfare il
proprio esibizionismo. La
maggior parte di essi è
girata con i videofonini,
ultima evoluzione che la
telecamera ha subito, e si
tratta soprattutto di video di
situazioni domestiche
particolarmente stravaganti o
comiche. Non dimentichiamo poi
il gran numero di
“web-reality” (come
“Reality Web 3”, del sito
realityhouse.altervista.org)
che ogni anno invadono la
rete, dove un gruppo di
ragazzi, nel tentativo di dare
vita ad una versione più
“reale” del Grande
Fratello, puntano i riflettori
sulla propria vita quotidiana,
fatta di lavoro, divertimento
e…sesso senza censure.
C’è un denominatori comune
tra video trasmessi in
internet e reality-show: la
voglia di apparire porta
questi protagonisti a
sopportare il peso delle
telecamere addosso, ad
acconsentire alla messa in
onda della propria vita
privata, a firmare una
liberatoria in cui si accetta
non soltanto il trattamento
dei propri dati personali, ma
anche quello della persona
stessa. Ma può capitare che
questo consenso non venga dato
e che esistano delle
telecamere che riprendano
persone ignare di tutto
questo? Purtroppo la risposta
è sì, tutti i giorni, in
ogni vicolo delle nostre città.
La “videosorveglianza”
tanto decantata dai sindaci ha
trasformato le metropoli
italiane in realtà non molto
differenti da quella
raccontata nel celebre film
“The Truman Show”.
Prendiamo l’esempio di
Milano, la città più
videosorvegliata d’Italia.
Dal 1997 ad oggi sono stati
investiti oltre 28 milioni e
500 mila euro per installare
impianti di videosorveglianza
in aree strategiche. Ad oggi
sono circa 500 le telecamere
che riprendono la vita della
città della Madonnina , ma il
traguardo che la giunta vuole
raggiungere è di raggiungere
la quota 800 entro l’anno,
spendendo circa 3 milioni e
mezzo di euro. Le zone più
controllate sono i parchi,
luoghi in cui è più facile
osservare scene di delinquenza
quotidiana: solo nel Parco
delle Cave vi sono ben 54
telecamere (3 fisse e 49
brandeggiabili), mentre nel
parco Sempione, oltre alle due
fisse, le brandeggiabili
salgono a quota 66. senza
contare poi le telecamere
installate in piazze, stazioni
della metropolitana, pensiline
dei tram, pozzi
dell’acquedotto e stazioni
di pompaggio.
Anche le città possono
diventare dei reality-show? La
risposta ci è data nel libro
“Acido Solforico” di Amélie
Nothomb, edito da Voland,
considerato caso letterario
dell’anno. La trama descrive
lo svolgimento del reality
francese “Concentramento”,
dove i cittadini parigini
vengono prelevati a forza
dalle strade e costretti a
vivere in un vero lager
nazista. Il pubblico è
chiamato a decidere della vita
o della morte dei partecipanti
attraverso il televoto: i
media gridano allo scandalo,
ma… Vi invitiamo a scoprire
il finale, ma soprattutto a
riflettere.
Alessia Lucchese
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