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REFERENDUM
COSTITUZIONALE.
Domenica 25 giugno si terrà
il referendum confermativo
sulla riforma della seconda
parte della Costituzione
varata dal governo di centro
destra. Questo tipo di
referendum NON HA IL VINCOLO
DEL QUORUM.
L’esito del referendum sarà
dunque valido qualunque sia la
percentuale di affluenza,
proprio per questo motivo
bisogna andare alle urne e
votare SI.
Innanzitutto per non fermare
il rinnovamento istituzionale
del Paese e confermare le
fondamentali novità contenute
nella riforma costituzionale:
·
Riduzione del numero dei
parlamentari;
·
Meno sprechi e istituzioni più
efficienti;
·
Più potere di scelta ai
cittadini;
·
Introduzione del concetto
d'interesse nazionale;
·
Premierato "forte";
·
Norme antiribaltone;
·
Chiarezza dei compiti dello
Stato e delle Regioni;
·
Devoluzione alle Regioni
dell'organizzazione su sanità,
scuola e polizia locale;
·
Istituzione del Senato
Federale.
Si tratta del primo ed
organico progetto di riforma
costituzionale che l’Italia
abbia prodotto in oltre
vent’anni di dibattito.
Arrestare questo processo
significherebbe la fine di
ogni tentativo di riformare
una Costituzione ormai
inadatta ai nostri tempi.
Riformare la Costituzione non
significa stravolgerne il
senso e il valore, che resta
ancora oggi il patrimonio di
tutti; vuol dire invece
aggiornarla alle opportunità,
ai vincoli e alle sfide del
nostro tempo.
Per conservarne lo spirito
originario è necessario
rivederne i meccanismi, ma non
i principi.
La riforma, infatti, riguarda
la seconda parte della
Costituzione, quella relativa
alle istituzioni, perché i
principi dichiarati
solennemente nella prima parte
conservano ancora intatta la
loro validità.
Le istituzioni sono meccanismi
che devono funzionare, e
devono farlo in modo efficace,
adempiendo alle loro funzioni
in modo democratico e tenendo
ferma la responsabilità verso
il cittadino.
Basta con la politica chiusa
nei suoi giochi di potere, che
guarda al cittadino come ad
una risorsa da spremere per
mandare avanti i suoi grossi
apparati malfunzionanti e che
considera ogni partecipazione
alla vita pubblica come
un’interferenza, un disturbo
sgradevole da zittire.
E’ con questa volontà che
il SI al referendum è
anzitutto una scelta per gli
elettori prima ancora che per
una parte politica; è una
scelta per la politica dei
cittadini contro la politica
dei palazzi, del potere,
dell’indifferenza.
Per il bene del Paese, per il
futuro nostro e delle giovani
generazioni bisogna andare a
votare e votare SI
COSA CAMBIA SE VINCE IL SI:
ELEZIONE DELPRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA.
ORA:
Il Presidente viene eletto da
Camera e Senato in seduta
comune con l’aggiunta di tre
delegati per Regione eletti
dai Consigli regionali in modo
che sia assicurato il rispetto
delle minoranze.
Il Presidente è il Capo dello
Stato e rappresenta l'unità
nazionale; per essere eletti
bisogna avere compiuto 50
anni.
SE VINCE IL SI:
Il Presidente viene eletto
dall'Assemblea della
Repubblica: due Camere (dei
Deputati e Senato federale),
Presidenti di Regione e delle
Province di Trento e Bolzano e
da un numero di delegati
eletti dai Consigli regionali.
Il Presidente è il Capo dello
Stato, rappresenta la Nazione
ed è garante della
Costituzione e dell'unità
federale della Repubblica.
Vengono aggiunti due poteri,
la nomina dei Presidenti delle
Authority e la designazione
del vicepresidente del CSM.
La concessione della grazia
diventa suo potere esclusivo.
L’età minima per essere
eletti, viene ridotta a 40
anni.
GOVERNO.
ORA:
Il Capo del governo, viene
nominato dal Presidente della
Repubblica, e dirige la
politica generale del Governo.
I ministri sono nominati dal
Presidente della Repubblica su
proposta del Capo del Governo.
Ottiene, la fiducia dalle due
Camere, ognuna delle quali la
accorda o la revoca mediante
mozione motivata e per appello
nominale
SE VINCE IL SI:
Il Primo ministro o Premier,
viene nominato dal Presidente
della Repubblica sulla base
dei risultati delle elezioni;
determina la politica generale
del Governo, dirige l'attività
dei Ministri, ed ha la facoltà
di nominarli e revocarli.
Ottiene la fiducia della
Camera dei Deputati attraverso
l’espressione di un voto sul
programma del Governo.
PARLAMENTO.
ORA:
La Camera è costituita da 630
deputati, l’approvazione del
regolamento interno avviene a
maggioranza assoluta dei
componenti.
L’età minima per essere
eletti deputati è di 25 anni.
Il Senato è costituito da 315
senatori.
L’età minima per essere
eletti è di 40 anni.
Vige il bicameralismo
cosiddetto
"perfetto". La
funzione legislativa è
esercitata collettivamente
dalle due camere, con il
passaggio da una all'altra dei
progetti-disegni di legge,
fino a quando le due Camere
approvano lo stesso testo.
SE VINCE IL SI:
La Camera viene ridotta a 518
i deputati, oltre ai deputati
a vita (ex presidenti della
Repubblica e non più di tre
nominati).
L’approvazione del
Regolamento interno a
maggioranza di tre quinti dei
votanti.
L’età minima per essere
eletti, viene ridotta a 21
anni.
Il Senato Federale della
Repubblica, viene ridotto a
252 i senatori eletti a
livello regionale
contestualmente ai rispettivi
Consigli Regionali.
I senatori devono avere legami
di appartenenza alla Regione
per la quale vengono eletti.
L’età minima per essere
eletti, viene ridotta a 25
anni.
Cessa il bicameralismo
“perfetto”, la Camera ha
competenza esclusiva sulle
leggi dello Stato.
Il Senato su quelle di
competenza concorrente (mista
Stato/Regioni) e regionale.
Le due Camere insieme decidono
sulla legge di bilancio, su
quelle costituzionali,
elettorali e riguardanti gli
enti locali.
SCIOGLIMENTO DELLE CAMERE.
ORA:
Il Presidente della Repubblica
può sciogliere le due Camere
(Deputati e Senato) o anche
solo una di loro, sentiti i
rispettivi Presidenti.
SE VINCE IL SI:
Lo scioglimento della Camera
dei Deputati, in caso di
mozione di sfiducia al Primo
Ministro, è automatico.
In caso di richiesta di
fiducia negata, il Primo
Ministro si dimette e il
Presidente della Repubblica
scioglie la Camera e indice le
elezioni, oppure la
maggioranza può presentare
una mozione in cui indica il
nuovo Primo Ministro, che il
Presidente della Repubblica
sarà tenuto a nominare
(Sfiducia costruttiva).
Il Senato federale può essere
sciolto dal Presidente della
Repubblica in caso di
prolungata impossibilità di
funzionamento.
CORTE COSTITUZIONALE
(CONSULTA).
ORA:
La Corte Costituzionale è
costituita da 15 giudici.
Cinque, sono nominati dal
Presidente della Repubblica,
cinque sono nominati dal
Parlamento in seduta comune,
cinque, sono nominati dal CSM.
Non può far parte della Corte
Costituzionale chi è:
Parlamentare, Consigliere
regionale, o svolge la
funzione di avvocato durante
il mandato.
SE VINCE IL SI:
La Corte Costituzionale sarà
sempre costituita da 15
giudici.
Diventano sette quelli di
nomina parlamentare ( tre
dalla Camera, quattro dal
Senato federale), quattro
vengono nominati dal
Presidente della Repubblica e
quattro dal CSM.
Non potranno far parte della
Corte Costituzionale chi è:
Parlamentare, Consigliere
regionale, svolge la funzione
di avvocato durante il
mandato; si aggiungono, nei
tre anni dopo la scadenza,
incompatibilità con incarichi
di governo, cariche elettive o
di nomina governativa,
svolgimento di funzioni in
organi o enti pubblici.
CONSIGLIO SUPERIORE DELLA
MAGISTRATURA (CSM).
ORA:
Il CSM è presieduto dal
Presidente della Repubblica. I
membri di diritto sono il
primo Presidente e il
Procuratore Generale della
Corte di Cassazione.
I membri eletti sono: due
terzi, da tutti i magistrati
ordinari e per un terzo dal
parlamento in seduta comune.
Il CSM elegge un
vicepresidente tra i
componenti designati dal
Parlamento.
SE VINCE IL SI:
Presidenza e membri di diritto
rimangono invariati.
I membri eletti saranno: due
terzi da tutti i magistrati
ordinari, un sesto dalla
Camera dei deputati e un sesto
dal Senato federale. Il
Vicepresidente sarà scelto
dal Presidente della
Repubblica.
FEDERALISMO E DEVOLUZIONE.
ORA:
Le Regioni hanno potestà
legislativa in ogni materia
non espressamente riservata
alla legislazione dello Stato.
Il Governo può promuovere la
questione di legittimità
costituzionale alla Corte
Costituzionale qualora ritenga
che una legge regionale ecceda
la competenza della Regione.
SE VINCE IL SI:
Le Regioni avranno potestà
legislativa esclusiva in
materia di: assistenza
sanitaria, organizzazione
scolastica (e parte dei
programmi scolastici
d’interesse specifico
regionale), polizia locale
(Devoluzione).
Definizione delle competenze
regionali trasferendo
all’esclusiva competenza
statale importanti materie di
interesse nazionale ( tra cui
energia, infrastrutture,
tutela della salute, sicurezza
sul lavoro).
Attuazione, entro tre anni,
del federalismo fiscale
previsto dalla precedente
riforma per gli enti locali,
(autonomia finanziaria di
entrata e di spesa, risorse
autonome, fondo perequativo
per territori con minore
capacità fiscale,
destinazione di risorse
aggiuntive in casi
determinati.
Il Governo potrà impugnare
una legge regionale, che
ritenga pregiudichi
l’interesse nazionale,
davanti al Senato Federale che
rinvia la legge alla Regione
per la rimozione della causa
d'impugnazione. In caso
negativo la legge viene
sottoposta al Parlamento in
seduta comune, che a
maggioranza assoluta, può
proporre al Capo dello Stato
l'annullamento parziale o
totale della legge.
E’ prevista una Clausola di
Supremazia in cui lo Stato può
sostituirsi agli enti locali
nel caso di mancata emanazione
di norme essenziali.
Cesano Boscone 11/06/06
Santi Raimondo
Capogruppo A.N.
In questo modo è possibile
dare concretezza e visibilità
alle proposte che arrivano
dalle esigenze dei cittadini,
e dare risposte efficaci che
vadano ad incidere sui bisogni
reali della gente, stimolando
in tal modo l’entusiasmo e
la partecipazione alla vita
politica attiva dei cittadini.
E’ così che nasce un
bilancio partecipato. Dal
basso. Non calato dall’alto.
Se la maggioranza intendesse
coinvolgerci, percorrendo
questa strada, saremmo lieti
di portare il nostro
contributo.
Cesano Boscone 09/06/06
Santi Raimondo
Capogruppo di A.N.
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