clicca per tornare alla pagina iniziale

Scrivici Contattaci
Pubblicità
Meteo
BENVENUTO 
Adv

 

LOCAL DIRECTORIES

Aeroporti
Fiera 
Hotels
Istituzioni
Provincia
Regione
Associazioni
Borsa
Cinema
Diocesi
Scuole
Lavoro
Biblioteche
Shopping
Teatri
Cucina
Lotto
Moda
Search
Edicola
Discopub
Trasporti
Sports
Salute

Foto& Video

 ABOUT US

MAPPE

FORUM

 WEBCAM
ANNUNCI
Adv
Videonews, multimedia

   
NEWS PER COMUNE
 

 

 

E-MARKETING
 

 

 

 
 
 
Tutta l'area di Milano ovest online
Aggiornato il 15 aprile 2005

 


RIFORMA DELLA II PARTE DELLA COSTITUZIONE
 

 
Premesso che la Costituzione Italiana sta a cuore ad Alleanza Nazionale almeno quanto sta a cuore alla sinistra, riteniamo solo propagandistica l’esternazione ed il lamento prodotto dalla sinistra sui pericoli che corre la democrazia in Italia a seguito della riforma apportata alla carta costituzionale dal governo di centro destra.
 
Alleanza Nazionale ritiene invece altamente antidemocratico, intollerante e ostruzionistico l’atteggiamento tenuto da tutto il centro sinistra, in occasione del dibattito sviluppatosi prima alla camera e poi al senato, dove ha presentato duemila emendamenti per impedire la modifica della seconda parte della costituzione.
 
La sinistra si ostina a non voler capire che la storia millenaria della nostra Patria è sempre stata caratterizzata dalle divisioni politiche, Guelfi e Ghibellini, destra e sinistra, ma coloro che hanno governato di volta in volta hanno sempre legiferato legittimamente.
Nella scorsa legislatura toccò al centro sinistra.
 
Non riusciamo a capire pertanto per quale sacro principio, quando governa il centro sinistra può fare le riforme da solo, mentre quando governa il centro destra le riforme bisogna farle insieme, e se il centro sinistra non è d’accordo con le riforme proposte dal centro destra queste non si debbono fare.
 
Francamente ci pare alquanto strano questo concetto di democrazia a senso unico praticato dalla sinistra.
 
Il centro destra con la riforma della seconda parte della Costituzione, ha cercato di porre riparo al danno prodotto dalla sinistra nella scorsa legislatura, quando con soli quattro voti - dicasi quattro voti! - in più del centro destra, ha voluto scimmiottare senza essere capace, una forma di Devolution, creando  pesantissimi contenziosi tra stato e regioni e paralizzando un’infinità di attività con perdite di tempo e denaro per i cittadini.
 
Dunque quella approntata dal centro destra è una riforma legittima, completa  e senza pericoli per la democrazia, che mette ordine nel disordine creato dalla sinistra.
 
La riforma nasce dalla necessità, di introdurre in Italia una forma di governo, diretta emanazione del popolo, volta ad impedire i ribaltoni che hanno caratterizzato la storia politica recente e di correggere i macroscopici errori compiuti dall'Ulivo con la modifica del titolo V della Costituzione,  realizzando di fatto, una secessione mascherata.
 
Il centro destra eliminando  il terzo comma dell' art. 116, che consentiva alle Regioni più ricche mediante una semplice legge ordinaria di accaparrarsi la competenza su tutte le materie, ha restituito allo Stato la facoltà legislativa su dodici materie, attribuite dall' Ulivo alle Regioni: cito per tutte l' energia, i trasporti e le grandi infrastrutture.
 
 È stata quindi reintrodotta la tutela dell' interesse nazionale, sparita nel 2001 nella indifferenza e nel silenzio generale e approvata una norma di salvaguardia, che consente allo Stato di sostituirsi alle Regioni qualora lo richieda la difesa dell' unità nazionale, giuridica o economica o la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni sui diritti civili e sociali.
 
Con la cosiddetta devoluzione, poi, non si dà nulla di più alle regioni di quanto non abbiano già, rispetto alla gestione della sanità, della scuola e della polizia locale.
 
 I principi generali sono di competenza statale.
 
Riguardo poi al premierato,  sostenuto con forza dalla sinistra ( Bicamerale D' Alema e  “bozza” Amato), ricordiamo che Alleanza Nazionale, favorevole al modello  presidenzialista, ha aderito al premierato per senso di responsabilità e per facilitare l'approvazione di una riforma il più possibile condivisa.
 
Tale forma di governo prevede la sostituzione in corsa del premier eletto, con un altro votato dalla maggioranza iniziale, quella che ha vinto le elezioni (norma antiribaltone).
 
La fine del bicameralismo perfetto, inoltre, è la naturale conseguenza del premierato, come accade negli altri Paesi dove vige.
 
Nessun panorama di rovine, dunque, nessuna distruzione dell'unità del Paese, ma solo la concreta volontà di sostituire il governo scelto dai partiti con quello scelto dagli italiani.
 
Un cambiamento che attua il principio della sovranità popolare e che modernizza le istituzioni, perché diventino più efficienti e pronte a trovare soluzioni ai problemi della gente.
 
Tale disegno, per completare l'iter parlamentare, dovrà essere esaminato nuovamente dalla Camera e dal Senato, per la seconda deliberazione, quindi niente paura imminente per la democrazia.
 
Il progetto, in estrema sintesi:
-         istituisce il Senato federale della Repubblica, quale Camera rappresentativa degli        interessi del territorio e delle comunità locali.
-         riduce il numero complessivo dei parlamentari (518 alla Camera dei deputati, 252 al Senato federale);
 
-         snellisce l’iter di approvazione delle leggi: salvo alcune materie, riservate al procedimento collettivo delle due Camere. In base a tale sistema, non è più richiesta una doppia approvazione di Camera e Senato sullo stesso testo;
 
-         rimodula l’assetto delle attuali competenze legislative avocando allo  Stato alcune materie concesse dall’Ulivo alle regioni,
 
-         si valorizza il ruolo delle autonomie regionali, attraverso l’attribuzione di competenze esclusive attinenti alla sanità, alla scuola ed alla polizia locale;
 
-         modifica le modalità di elezione e le funzioni del Presidente della Repubblica, quale supremo garante della Costituzione;
 
-         rafforza il ruolo delle Regioni speciali nel procedimento di approvazione dei rispettivi statuti;
 
-         rafforza il ruolo dell’Esecutivo, sia attraverso l’indicazione diretta del Primo ministro da parte del corpo elettorale, sia attraverso il ruolo che questi assume all’interno del Consiglio dei ministri, sia all’interno del procedimento legislativo;
 
-         prevede alcune disposizioni dirette ad evitare i  “ribaltoni”;
 
-         sviluppa i principi di leale collaborazione e di sussidiarietà tra Stato e Regioni;
 
-         rende sempre possibile il ricorso al referendum sulle leggi costituzionali;
 
-         modifica la disciplina del potere sostitutivo statale a garanzia dell’unità nazionale, nonché la procedura relativa al rispetto dell’interesse nazionale da parte delle leggi regionali;
 
-         modifica la composizione della Corte costituzionale - i cui giudici saranno eletti dalla Camera (3), dal Senato (4), dalle supreme magistrature (4) e dal Presidente della Repubblica (4) - prevedendo altresì forme di impugnativa delle leggi da parte degli enti locali;
 
Sinceramente non ci sembra di scorgere alcunché di eversivo e pericoloso per la democrazia.
 
 
 
 
 
Cesano Boscone 11/04/05                                                                Santi Raimondo
                                                                                                     (capogruppo di A.N.) 

 

 GALLERIE

la foto del giorno

 MULTIMEDIA

I video del mese 
ANNUNCI CERCO OFFRO
INDEX ANNUNCI
•  Auto, camper
Varie
•  Antiquariato
•  Immobiliari
Computer, video e telefonia
Personali
INSERISCI
•  Regolamento e privacy
 
 

Mi-lorenteggio.com e TangOnline.it
Copyright © 1999-2005 , Inc. All Rights Reserved. Tutti i diritti riservati. Non siamo responsabili del contenuto dei siti inseriti.

prodotto, realizzato, scritto da  Vittorio Aggio, Cesano Boscone (MI)