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Aggiornato il 19 aprile 2005 h. 23.54

 

VOTO REGIONALE: "Questo voto ha una forte valenza politica, che coinvolge il Governo, il Presidente del Consiglio e la riforma costituzionale".
 
 
Il Governo sta cadendo, come era logico, perché la sfiducia gliel'ha data il popolo italiano (a chi ritiene che queste erano solo elezioni amministrative ricordo, come altra volta, che in Spagna nel 1931 l'esito delle elezioni amministrative determinò la caduta della monarchia, perché quando il popolo parla in maniera univoca determina processi politici inarrestabili).
 
Ad oggi non sappiamo se voteremo il 26 giugno, in autunno o alla scadenza della legislatura.
 
Appare però chiaro che si sta svolgendo una dura battaglia all'interno di questa destra per stabilirne il futuro, quale cioè ne sarà la forza trainante.
 
Non altrimenti infatti si può spiegare la posizione dell'UDC, la quale, col suo 5 e qualcosa per cento, sfida Berlusconi ed anche AN, per non parlare della Lega: il gruppo dirigente UDC infatti sa che, andando così alle elezioni questa destra, ed anche loro, sarà massacrata, per cui si sta posizionando in vista delle elezioni del 2011 (o 2010), per assumere la guida della coalizione.
 
A mio parere si tratta di una posizione velleitaria, vista la sproporzione delle forze in campo, ma non è priva di una sua nobiltà e di una certa lungimiranza politica.
 
Le scelte davanti all'UDC non sono facili, perché vogliono dire:
a) se la legislatura continuerà, appoggiare dall'esterno il Governo, ma votare contro le leggi liberticide, riforma della Costituzione e controriforma dell'ordinamento giudiziario in testa.
 
b) se ci sarà lo scioglimento delle Camere, andare da soli con tutti i rischi conseguenti.
 
Il centrosinistra, d'altro canto, non può essere indifferente davanti a questa operazione, perché, se avesse successo, per la prima volta nella storia della repubblica ci potrebbe essere un'alternanza fra destra e sinistra senza timori per la tenuta dell'ordinamento democratico: infatti, in questo caso, la destra, anziché essere guidata da affaristi, fascisti (queste due definizioni sono di Bossi nel '95) e razzisti, cioè da gente invotabile, sarebbe guidata da una forza che si richiama ai valori della
Costituzione e della Resistenza, essendo fra gli eredi di chi ha contribuito in maniera determinante a farle.
 
Pertanto le forze alla guida delle due coalizioni in tal modo avrebbero in comune i valori della Costituzione e della Resistenza, il vero collante dell'unità nazionale.
 
Un caro saluto.
 
 
Salvatore Ariemma
Consigliere Comunale della Margherita Cesano Boscone 

 

 

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