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DEVOLUTION
Condivido la preoccupazione
della CEI sulla sanità
“Le preoccupazioni dei
vescovi italiani sui rischi
della devolution in sanità
sono assolutamente
condivisibili. La
controriforma della
Costituzione mette in
discussione i principi
fondamentali di uguaglianza e
solidarietà e lo scenario di
20 sistemi sanitari differenti
è tutt’altro che remoto. Il
pasticcio di una doppia
competenza esclusiva, delle
regioni e del governo, in
materia sanitaria paralizzerà
ulteriormente il funzionamento
del Ssn”. “Il diritto alla
salute per tutti è stato
gravemente compromesso e si è
rinunciato alla prospettiva di
un autentico e forte
federalismo solidale e
cooperativo. Del resto la
devolution risponde alla
logica del ‘fai da te’ e
di quella progressiva
privatizzazione dei servizio
pubblico che abbiamo
sperimentato in questi cinque
anni di governo, che hanno
visto lo strangolamento
finanziario delle regioni e il
sottofinanziamento dei livelli
essenziali di assistenza. Sono
cresciute le disuguaglianze
territoriali e la spesa
privata delle famiglie. La
Finanziaria 2006 conferma la
politica dei tagli e il vuoto
di un politica sanitaria
all’altezza dei bisogni dei
cittadini. Non c’è un euro
per gli investimenti, non c’è
alcun impegno per rilanciare
la sanità del mezzogiorno,
non ci sono misure credibili
per affrontare con serietà la
questione delle liste
d’attesa. Proprio la difesa
del diritto alla salute ci
vedrà più che mai impegnati
anche sul fronte della
battaglia referendaria contro
questa devolution”.
“È un’altra riforma
devastante del nostro
ordinamento, ma per fermarla
non sarà necessario
l’intervento della Corte
costituzionale: ci penseranno
i cittadini italiani con il
referendum.
Con la riforma voluta dal
centrodestra vengono dispersi
i valori della nostra
Costituzione fondati sulla
Resistenza: “Il Parlamento
è stato costretto a
registrare aziendalisticamente
la necessità di privilegiare
il governo, perché questo è
un paese-azienda, non è un
paese a sistema
democratico”. Il
centrodestra con la devolution
“ mina i principi della
parte prima della
Costituzione, quello
dell’uguaglianza di tutti i
cittadini.
Questa riforma rappresenta un
passo indietro rispetto al
principio nato nel ‘93 in
base al quale il premier deve
essere espresso dagli
elettori. La riforma del
centrodestra è peggio della
cosiddetta Prima repubblica
perché “ha rotto un
impianto cinquantennale che ha
visto in Parlamento dialoghi
anche aspri, ma produttivi di
eventi politici e legislativi
tesi al miglioramento delle
leggi. Qui invece siamo in
presenza di una maggioranza
che fa corpo a sé e resta a
disposizione del primo
ministro”.
“Se anche la Conferenza
Episcopale esprime
preoccupazione per gli effetti
della devolution sulla tenuta
sociale del Paese sarebbe
forse il caso che qualcuno,
dalle parti della Casa della
Libertà magari fra i pochi
moderati superstiti in posti
di responsabilità, si
mettesse una mano sulla
coscienza”.
La devolution di Bossi e
Berlusconi è l’esatto
contrario del federalismo e
della solidarietà”. “Il
federalismo solidale -
aggiunge - è sempre stata la
linea sulla quale si è
attestato il centrosinistra,
in questi anni di dibattito
sul trasferimento di funzioni
e poteri alle autonomie.
“Abolire il sistema
perequativo - continua - a
creare venti sistemi sanitari,
venti polizie e venti sistemi
scolastici che funzioneranno a
seconda delle ricchezze locali
significa avere in spregio non
solo il criterio della
solidarietà e della giustizia
sociale ma anche i fondamenti
del vivere civile”.
Con questa riforma
costituzionale Bossi è il
vincitore, il Mezzogiorno è
il vero sconfitto. La
devolution avrà un effetto
deprimente sulla crescita del
Sud Italia: proprio il
Mezzogiorno è il grande
assente nella politica di
Governo.
Riteniamo questa legge di
riforma costituzionale
assurda, iniqua e
sperequativa, impegneremo
tutte le nostre forze -
affinché venga superata con
il referendum popolare”.
Cesano Boscone 21-11-05
Il Consigliere DL – La
Margherita
Salvatore Ariemma
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