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Aggiornato il 23  novembre 2005 h. 00.47

INTERVENTO SU ODG 9 NOVEMBRE
 

Da quest’anno, finalmente, grazie alla Legge 61 del 2005, il 9 novembre verrà celebrato in Italia come il “Giorno della Libertà”.
 
Il Parlamento italiano, così come previsto per le altre ricorrenze storiche celebrate nella nostra Patria - il 10 febbraio, il 25 Aprile, il 2 Giugno, il 4 novembre - ha inteso ricordare l’abbattimento del Muro di Berlino con “cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole e nelle università”.
 
Siamo molti dispiaciuti nel constatare che il Comune di Cesano Boscone, che in occasione delle celebrazioni della Giornata del Ricordo del 10 febbraio scorso si era dimostrato attento nel cercare di individuare un percorso di memoria storica condivisa, oggi si sia completamente disinteressato – forse avrebbe potuto fare qualcosa anche il nuovo Assessore alla Pace – di una data che non solo ha rappresentato la liberazione dei popoli oppressi dal comunismo, ma che ha rappresentato per l’Europa stessa l’opportunità di tornare ad essere padrona del proprio destino.
 
Il 9 novembre del 1989 finiva l’incubo di Berlino e dell’Europa. Uomini e donne di tutte le età brindarono e gridarono sotto la Porta di Brandeburgo. Piangendo e ridendo per la gioia afferrarono martelli e picconi. Un rumore assordante ma tanto atteso: migliaia di picchi che battevano su chilometri e chilometri di pietra aprendo la strada ai bulldozer.
 
Si stava sbriciolando il Muro della Vergogna, segno tangibile della guerra fredda e delle tensioni tra i due blocchi, concreta rappresentazione di quella “Cortina di ferro” che materialmente divideva in due una città, ma che in realtà separava l’Europa da se stessa.
 
Erano passati 28 lunghi anni da quel 13 agosto del 1961, quando per ordine dell’Unione Sovietica di Nikita Kruscev in una sola notte era stato eretto il Muro di Berlino: una barriera di filo spinato alta quattro metri, che seguiva i contorni del settore sovietico della città e divideva strade, quartieri, giardini, addirittura case e cimiteri.
 
Presto il reticolato, avrebbe lasciato il posto a chilometri di blocchi di calcestruzzo costellati da torri di avvistamento, radar e centinaia di postazioni di mitragliatrici con le bocche puntate verso l’Ovest della città. I soldati della Germania Orientale che presidiavano il confine erano pronti a sparare su chiunque avesse tentato di oltrepassare la barriera di filo spinato.
 
Oltrepassare il confine era un’impresa impossibile, ma i tentativi di fuga erano all’ordine del giorno. Più di 260 persone morirono dal 1961 al 1989 sotto il fuoco dei Vopos, i “Poliziotti del Popolo”, per aver tentato di passare aldilà del Muro.
 
Ma nei primi anni ’80 qualcosa iniziò a cambiare. Manifestazioni popolari sorsero in maniera spontanea nei vari Paesi comunisti. La voglia di libertà aveva spinto migliaia di giovani a sfidare i manganelli e le pallottole della temuta polizia politica.
 
L’Europa, per troppo tempo scacchiera degli interessi russi e americani, tornava ad essere simbolo di speranza per tutti i cittadini del Vecchio Continente.
 
Ma prima dell’Europa politica, coesa e determinata a riprendersi il posto che le compete sulla scena globale, è arrivata l’Europa di Maastricht che ha considerato la sola dimensione economica come elemento di coesione continentale.
 
 L’Europa di Prodi e della Banca centrale europea, l’Europa senza un esercito, l’Europa che ha rifiutato le sue comuni radici greche, romane e cristiane.
 
I referendum sulla Costituzione dell’UE svoltisi recentemente in Francia e in Olanda hanno però assestato un duro colpo al processo di integrazione europeo così concepito fino ad oggi.
 
L’Europa è ancora lontana dal rappresentare l’idem sentire di tutti i popoli che la compongono e proprio per questo fatica a dare risposte concrete ai timori e alle insicurezze dei suoi cittadini: la recessione economica, l’immigrazione clandestina incontrollata, la minaccia terrorista.
 
Il Muro di cemento oggi non c’è più, ma esiste un disegno subdolo, e per questo comunque pericoloso, che vuole allontanare l’Europa dagli europei. E’ il disegno di chi, come Prodi, in questi anni ha impedito all’Unione europea di diventare un’entità politica forte capace di intervenire da protagonista sullo scenario internazionale e di dialogare con il bacino del mediterraneo. E’ il disegno di chi, come Zapatero, tenta costantemente di negare i riferimenti tradizionali di una cultura millenaria. 
 
E’ questo l’altro muro che oggi deve essere abbattuto se vogliamo ricostruire quell’Europa unita, libera, forte, giusta e solidale per la quale sedici anni fa, a Berlino, migliaia di uomini fecero la Storia. 
 
 
 
 
 
Cesano Boscone 11/11/05                                                    Santi Raimondo
                                                                                    Capo gruppo di A.N.


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