RUBRICA LA
PIAZZA DEL CONSIGLIERE
LA DEVOLUTION
(RISPOSTA ALLA MOZIONE
DI RIFONDAZIONE COMUNISTA,
CONSIGLIO COMUNALE DEL 11/04/2005 di
Cesano Boscone)
Questa mozione
rappresenta l’ennesima
dimostrazione di come il cosiddetto
centro-sinistra, anziché progredire
verso un vero riformismo, si trovi
sempre di più alla deriva verso
sinistra. Presentare in Consiglio
Comunale un documento in cui si
legge testualmente che la riforma
della devolution coincide con lo
“smantellamento della
Costituzione, la fine
dell’uguaglianza, della libertà,
della partecipazione” a noi pare
quantomeno poco serio. Qualificare
la devolution come antidemocratica
e, soprattutto, come “eversiva”,
significa far proprio il consueto
gergo tanto caro ai comunisti.
D’altro canto è stato proprio
Cossutta a definire “eversiva”
tale riforma appena qualche
giorno prima. E, com’è
noto, questa sinistra è
antifederalista per storia, per
struttura, per forma mentis.
Insomma, che il modello federale non
appartenga a chi guarda ancora con
nostalgia al marxismo dovrebbe ormai
essere di dominio pubblico. Così
come dovrebbe apparire chiaro a
tutti, al di là di mille discorsi,
parole ed elucubrazioni di vario
tipo, che il comunismo ha solamente
prodotto regimi (quelli sì) come
quelli di Cuba, della Corea del
Nord, della Cina o della vecchia
“Unione” (!) Sovietica. Paesi
con pochissima libertà, arretrati,
dove ogni cosa ed ogni decisione
erano e restano centralizzate.
Forse l’opposizione di sinistra
non si rende ancora conto che il
federalismo è una necessità ed una
tendenza internazionale che
coinvolge tutta l’Europa. Persino
l’Inghilterra ha dovuto concedere
la devolution a Scozia e Irlanda. La
gran parte dell’Occidente va in
questa direzione ormai da diverso
tempo; oggi persino la Francia
prefettizia sta accelerando in
questa direzione. Ciò malgrado,
forte dei recenti risultati
elettorali nonché della sua solita
arroganza, la sinistra italiana
promette che, una volta al potere,
cancellerà, azzererà, resetterà
tutto: sia la devolution che tutto
il resto. Come se nelle più grandi
democrazie “bipolari” del mondo
si dovesse ricominciare daccapo ogni
volta che una parte si avvicenda
all’altra dopo le elezioni
politiche. Se così fosse, quale
progresso vi potrebbe essere?
La verità è che questa sinistra
appare sempre più conservatrice e
fuori dal tempo. Senza dimenticare,
poi, che fu proprio la sinistra a
spacciare per federalista la propria
riforma, approvata con soli 4 voti
di scarto, in fretta e furia, alla
vigilia delle elezioni del 2001.
Tralasciando discorsi inerenti la
serietà di una simile iniziativa,
vorremo ricordare che quella riforma
si rivelò un vero e proprio
pasticcio. Ad oggi, sono ben 400 i
ricorsi alla Corte Costituzionale da
parte di Regioni, Province e Comuni.
Un vero fallimento di cui la
migliore espressione è
rappresentata dalle cosiddette
“materie concorrenti”, ovvero da
quelle materie per le quali non era
possibile definire cosa spettasse a
chi; se allo Stato o alle Regioni.
Forse è per questo che Rutelli va
dicendo da giorni che la riforma
verrà annullata; salvo precisare,
poi, che la stessa verrà
riconcepita insieme al
centro-destra. Visti i risultati,
che necessitino di qualcuno con le
idee più chiare delle loro? In
altre parole, tanto per cambiare, ciò
che fa la sinistra va sempre bene,
mentre ciò che fa il centro-destra
è la pura rappresentazione di
satana in terra. Noi possiamo anche
capire che questa operazione
“centralizzata” serva alla
sinistra per dare visibilità alla
cosiddetta “Unione”, nei vari
Comuni, in previsione delle future
elezioni politiche. Capiamo anche
che l’iniziativa possa fare
gioco anche ad alcuni esponenti
della CdL che auspicano un terremoto
interno. Tuttavia riteniamo che si
tratti di un tentativo vano e che la
riforma della devolution verrà
attuata. Il Paese, al di là degli
infondati e falsi spauracchi agitati
da più parti (nord-sud, Regioni
ricche-Regioni-povere), ha bisogno
di riforme e cambiamento. Questo lo
sanno gli elettori del centro-destra
che hanno premiato la Lega Nord alle
regionali, ma lo sanno anche i lor
signori della sinistra italiana. Non
è un caso, infatti, che non
invochino più di tanto le lezioni
anticipate. Come dire ed ammettere
che le riforme servono al Paese, ma
che è bene che a promuoverle e ad
adottarle sia il centro-destra; per
poter criticare sempre e comunque.
Stefano Bellintani
Lega Nord
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