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Collegamento tra la S.S. n. 11 a Magenta, la
S.S. n. 494 a Vermezzo e la Tangenziale Ovest di Milano, sviluppo
del nuovo polo fieristico e lo sviluppo di Assago, il Parco dei
Navigli, , centri commerciali: dopo aver visto tutti i progetti,
letto le interviste inviaci la tua opinione!
INTERVISTA
AL PROFESSORE MICHELE
SERNINI, docente ed esperto in
Gestione Urbana e Territorio, nonchè scrittore, che ci definisce
il concetto di urbanistica, analizza lo sviluppo a ovest di Milano
e lo sviluppo dei centri commerciali, facendoci aprire gli occhi
anche sulle influenze, che queste opere, possono avere sulla vita
sociale di noi tutti
- Cos'è l'urbanistica e quali
sono i suoi fini?
L'urbanistica, che non va intesa nè come una
scienza, nè come una tecnica, nè come un'arte, viene definita
come un insieme di pratiche, attività, operazioni, proposte,
relative all'organizzazione spaziale, rivolte al miglioramento
delle condizioni di vita degli abitanti. Gli intenti che fossero
esclusivamente geometrici, o di bellezza, o (che è già più
comprensibile) di razionalità, rischiano fortemente di non
trovare legittimazione nè presso i titolari dei grandi interessi
su cui vorrebbero incidere (immobiliari, finanziari, commerciali),
nè presso i cittadini comuni i cui comportamenti verrebbero
regolati. Molti urbanisti hanno ereditato dalla tradizione
dell'urbanistica moderna otto-novecentesca (e da precedenti
utopie) un atteggiamento poco favorevole alle grandi
concentrazioni urbane. Ciò ne fa degli alleati delle
correnti ambientalistiche più ingenue, rivolte - prima che si
riscoprisse il vantaggio anche ecologico della densità degli
insediamenti - alla vita negli ambienti naturali piuttosto che in
quelli urbani. Questa alleanza, se viene considerata alla luce
dell'indebolimento pluridecennale dei poteri urbanistici di
regolazione, sostituiti sempre più da una urbanistica contrattata
o consensuale, fa oggi facilmente rifluire molta attività
urbanistica verso attività progettuali che riguardano l'ambiente
e il paesaggio più che l'assetto degli insediamenti sul
territorio o la quantità e dimensione degli aggregati urbani. A
questo depotenziamento dell'urbanistica non viene certo in aiuto
la "dimenticanza" di questa materia amministrativa e
politica nella stesura oggi vigente ( dal 2001) dell'art. 117
della Costituzione.
- Come vede l'espansione a ovest
di Milano? Lo sviluppo di Milano a ovest è stato mai discusso
nel suo insieme oppure ciascuna opera viene realizzata
senza un fine unico e oggettivo?
L'espansione a ovest è una delle espansioni
previste e utili. Bisognerebbe tuttavia conoscere il progetto di
Piano Regionale. E bisognerebbe vedere quali sono le proprietà
nell'area. Negli anni in cui si discuteva - poco tempo fa - del
ruolo di Linate e/o di Malpensa, circolavano sui giornali proposte
relative a collegamenti ad es. tra Milano Tre e Malpensa che
rendessero per i viaggiatori comoda Malpensa come oggi è Linate.....Va
inoltre detto che per quanto riguarda Milano, l'ipotesi di uno
sviluppo dell'asse del Sempione ritorna ogni qualche decennio,
sulle suggestioni napoleoniche poi riprese tra le due guerre da De
Finetti. E va detto anche che il notevole sviluppo degli ultimi
anni sulla frangia tra Milano e Corsico (grandi banche, e poi la
direttrice commerciale su Trezzano, il centro commerciale tra i
campi al confine con Cesano Boscone raggiungibile da via Parri, il
nuovo capolinea del 14, ecc.) sembra registrare una volontà già
definita. Non conosco tuttavia discussioni preventive su queste
realizzazioni, delle quali ci si accorge quando per caso si vedono
spostandosi sul territorio. Del resto, è per me possibile (e
l'avevo anche accennato nel mio volumetto "Milano.Una forma
di città" uscito nel 1998) che una estensione di Milano
avvenga facendo marciare via via l'espansione, anche non
simultaneamente, in ognuna delle direttrici tradizionali: ovest,
nord ovest, l'area tra nord e ovest tra Bovisa e Bicocca con
campus e aree verdi, il nord verso Sesto e Monza e le grandi
operazioni commerciali su Cinisello o Cernusco o Cologno, il sud
verso San Donato, compreso il métro, l'ampio sviluppo ad est dove
i poli di Pioltello e Segrate e Vimodrone e il San Raffaele e le
oltre 100 nuove sale cinematografiche offerte nelle multisale di
un'area non molto vasta, e da ultimo le corse del collegamento
ferroviario Pioltello-Segrate-Lambrate-Greco di questi giorni,
sono una testimonianza.....
- Vedendo tutte queste opere
realizzate nell'insieme, ritengo che Milano e la sua area
cambieranno totalmente nell'arco di 10anni. Considerando che
Milano è situata geograficamente, tra il cuore dell'Europa e il
bacino del Mediterraneo, considerando è al centro tra l'Est e
l'Ovest Europa, Milano diventerà una metropoli tra le più
importanti del mondo o sbaglio?
Certamente, tutte le cose messe insieme, Milano
area metropolitana si profila in quel senso. Molto dipenderà
tuttavia dai tempi di ognuna delle realizzazioni, dal raccordo o
meno con una intenzionalità progettuale dell'intera area, che
sembra non sempre presente, e dal gioco che la politica italiana
in genere potrà svolgere rispetto ai grandi collegamenti e ai
grandi assi commerciali e insediativi europei.
- In ogni grande realizzazione di
nuove opere, i temi dell'ambiente, dell'aumento del
traffico e del rumore, sono oggetti di discussione tra i
promotori dell'opera e i comitati contrari, diciamo di
"salvaguardia". Ma, con le nuove tecnologie di
costruzione, vista la miliare esperienza di ingegneri e
architetti, il tema dell'impatto ambientale in toto di tali
opere, non dovrebbe essere già risolto, anzi, superato
nel momento stesso della progettazione?
Le norme tecniche, e le norme giuridiche a
salvaguardia dei valori ambientali sono abbondanti, sia quelle
regionali che quelle nazionali.
- Lo sviluppo dei centri
commerciali e delle multisale quale criterio adotta? Potrebbero
essere fatti diversamente?
Invano si attende che su queste iniziative vi sia
una discussione generale e per grandi aree. Tutta passa sotto la
veste della "modernizzazione" ( o anche della moda
antroologica) della distribuzione commerciale e dei modi di andare
al cinema. Tuttavia credo sia sempre consigliabile che oltre alle
considerazioni ambientali e di accesso (parcheggi, svincoli ) per
queste operazioni si discuta - anche se le leggi non lo prevedono
- l'impatto sugli aspetti sociali e sui modi di vita e i
comportamenti. Ma è un grande tema discusso se e quanto il centro
commerciale sia una alternativa alla vita urbana, e questo aspetto
non viene invece considerato di solito da chi amministra o da chi
discute delle autorizzazioni a queste opere. Per il cinema,
nessuno vuol impedire a chi abita fuori città di avere il cinema,
va però notato che queste operazioni, pur innovative sul piano
dell'incontro sociale in aree extraurbane, stanno avendo per
conseguenza che l'andare al cinema in città senza restrizioni,
prenotazioni ecc., sta diventando un modo sempre più difficile,
cambiando forzatamente e senza ragione (diversa da quella delle
convenienze di marcato degli operatori) un comportamento
tradizionale di fruizione dello spettacolo. Per le multisale come
per luoghi sportivi extraurbani (Assago) e centri commerciali,
occorrerebbe sempre distinguere tra la giusta dotazione - anche
propulsiva per il futuro sviluppo - di strutture in zone dell'area
metropolitana che ne sono sfornite, e l'bbligo che spesso ne nasce
per gli abitanti della città di andare nelle zone esterne per
fruire di certi servizi, cosa che oltretutto depotenzia la città
compatta e la può rendere sgradita ai suoi stessi abitanti.
- Ci sono oggi o sono già
operativi i mobily manager in ambito intercomunale?
Forse in qualche azienda sì. Ogni tanto se ne
sente parlare
- C'è un'opera che a Milano
manca? Che non hanno mai fatto o da implementare, qualora ci
sia?
Forse un grande centro per attività sportive in
città (in un'area dismessa, o al Gallaratese) senza bisogno di
andare ad Assago; ma nel frattempo le cose sono andate
altrimenti. Forse una grande e nuovo e importante museo
della contemporaneità, ma alle Varesine, non nei barattoli
della Bovisa! Un pò più di linee di metropolitana.
Magari una bella e prestigiosa nuova architettura in centro, che
dia agli abitanti l'idea di una modernità anche da noi (siamo
così propensi ad esaltare cose premoderne...); dopo la Torre
Velasca cos'altro si è fatto? Ma forse per le grandi
architetture, come per i Métro, come per molti servizi, nel
nostro paese e nella nostra città mancano i denari, chissà.
- Per concludere, se ha qualche
spunto o riflessione da segnalarci.
Più strategie. Meno arredo urbano (molti slarghi e
piazze andavano bene com'erano, vedi Cadorna o Argentina). Evitare
la quartierizzazione troppo spinta e ossessionante della città,
la quale ha una sua funzione come insieme e non come serie di
brandelli. Tenere bene gli spazi pubblici della città (per es. le
Stazioni: Garibaldi oggi è impressionante, e l'accesso dalla
centrale al Métrò dà l'impressione dell'orrido), e gli spazi
verdi che già ci sono, e via le automobili dalle radici degli
alberi, e dal centro alberato dei viali, e dai marciapiedi, e
dalle seconde file ecc. ecc. !!!! Trasporto pubblico migliore.
Cura più attenta per le zone di periferia, e per i raccordi di
queste tra loro e con il centro-cittàRingraziando
il professore, per chi volesse approfondire la materia, vi invito
a visitare il suo sito, dove tanti sono i documenti, i libri, le
opere e gli spunti, http://www.sernini.net
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