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Come nasce l'idea del progetto Skarr?
Beh, nel 1999 ho girato il cortometraggio The
Stone (www.deltaframe.com/thestone)
con una camera amatoriale per mettermi un po’ alla prova.
Nessun seguito, ovviamente, ma mi si è spianata la strada per
una sperimentazione su scala un po’ più larga.
La storia di Skarr mi ronzava in mente da tanto tempo e,
finalmente, spinto da amici, mi sono messo a scrivere la
sceneggiatura, completata nell’aprile del 2001. L’ho fatta
leggere ad amici e conoscenti ed è piaciuta subito a tutti e
così ho deciso che ne avremmo veramente fatto un film.
Parallelamente ho iniziato a lavorare come video editor e
producer per una società di Milano che si occupa di
multimedia (e, adesso, anche di video), e, dunque, l’hobby,
seppur lentamente, si è trasformato in una vera e propria
professione (adesso sono a capo della divisione video di
suddetta società).
Parallelamente il progetto ha preso corpo con il contributo
tecnico di questa società e da parte delle persone che hanno
collaborato, e così anche le nostre aspettative tecniche,
artistiche e qualitative. Ed è il motivo per cui il film
viene pronto adesso nel 2004 e non 12 o 18 mesi prima...
Collante di tutto questo è stato il nostro
sito web (www.progettoskarr.net)
che ha contribuito molto ad aggiornare i partecipanti al
film, al recruitment e ad interessare una audience variegata
ma comunque interessata al cinema e al montaggio video.
Qual è la trama del film?
Beh, non vorrei svelare troppo, perciò cercherò
di essere vago... Skarr è la storia di Chris, un video
reporter, una di quelle persone che filmano, di nascosto, delle
situazioni... “pericolose”. La sera in cui si svolge il film
Chris deve filmare senza farsi scoprire lo spaccio di una nuova
droga, lo Skarr, appunto. Però viene scoperto dal pusher e dal
compratore, che decidono di “farlo tacere” con
un’overdose. E così Chris scopre, suo malgrado, l’effetto
di questa droga straordinaria... Lo Skarr trasforma chi ne fa
uso in un fantasma, che si trova catapultato in una sorta di
mondo parallelo in cui tutto è possibile. Il film racconta del
tentativo di Chris di “tornare indietro” e vendicarsi... Ce
la farà? Beh, si scopre solo alla fine!
Dove è stato girato?
A Milano, zona sud ovest, in diversi interni,
sempre a Milano, a Nerviano per altri esterni, a Bareggio per
altri interni. Campi lunghi e seconda unità a Lugano, Brescia e
Monza. In ogni caso Milano, Bareggio e Nerviano sono stati i tre
punti fondamentali, soprattutto Milano.
Chi sono gli attori e i componenti del cast
anche tecnico?
Chris è interpretato da Massimo Svanoni, Odille
è Rox mentre Luca Ardemagni è Angelo, che sono i tre attori
principali (rispettivamente personaggio principale, la “lei”
del film, che ha un ruolo chiave nel tessuto narrativo, perché
tutta la vicenda è vista attraverso i suoi occhi, e
l’antagonista). Il film intreccia le vicende di questi tre
personaggi in confronto. Sono molto soddisfatto dai personaggi e
dagli interpreti.
Max (Massimo) è un amico da dieci anni, giornalista e
sviluppatore di software, Odille è un’attrice in erba, mentre
Luca è il cantante/leader di un complesso punk, amico anche lui
da vecchissima data. Luca ha imparato a memoria praticamente
ogni singola battuta del film...
Tutto, anche quelle degli altri attori. Un
grande. Ha praticamente girato la scena madre del film, un lungo
monologo in cui non manca l’azione, praticamente senza
interrompersi mai!
In supporto ci sono Andrea Sabbatini che interpreta un
magistrale Fede, amico dello spacciatore, l’attore Gabriele
Spinelli nel ruolo di Nero, un po’ l’angelo custode di Rox,
Roberta Molinari, anche scenografa e produttrice esecutiva, che
è Patriza, il capo di Chris, l’attrice Stefania Monaco che è
Jil e Andrea Vass, musicista, autore anche della colonna sonora
del film, che interpreta Sasha, questi ultimi due sono due amici
di Rox che avranno un ruolo importante nella parte conclusiva
del film.
Il sottoscritto si è occupato della regia, della produzione e
del montaggio (oltre a qualche effetto visivo), Antonio Labanchi
è stato coregista del film e si è occupato della fotografia
insieme a Roberto Banfi e della maggior parte degli effetti
speciali. Davide Sciancalepore, musicista e scultore, si è
occupato della realizzazione degli effetti speciali di trucco
(tipo “sangue” e cose del genere, ma non vorrei rivelare
troppo).
Vorrei citare anche Marcello Spero, produttore associato, che ha
messo a disposizione del film le infrastrutture tecniche (e non
solo), e Giada Garavaglia, altra produttrice esecutiva del film.
Quali sono le difficoltà per un giovane
regista? Ti sei autofinanziato o quali società hanno
collaborato con te e hanno permesso che il progetto Skarr
diventasse realtà?
Le difficoltà sono sempre le stesse: se non puoi
pagare i collaboratori devi fare in modo che condividano la tua
visione, il tuo credo. E questo si dimostra ancora più
importante quando si tratta di un lungometraggio e i tempi di
produzione e postproduzione si allungano in termini di anni!
Comunicare e andare d’accordo dal 2001 al 2004 è stato,
assolutamente, l’effetto più speciale di questo film. Non
smetterò mai di ringraziare tutte queste persone che mi hanno
messo a disposizione anni della loro vita, senza cambiare
pettinatura, arredamento in casa, automobile, che si sono tenuti
liberi due o tre volte alla settimana, che hanno patito il
freddo e il caldo degli inverni e delle estati milanesi... Sono
stati tutti grandissimi!
Ci siamo autofinanziati ma, come ho già detto, la società per
cui lavoro ha messo a disposizione delle infrastrutture tecniche
(come, per esempio, le videocamere, le stampanti, gli uffici per
le riunioni) e il supporto logistico. Abbiamo speso una cifra
che ruota intorno ai 2500-3000 euro in totale per le spese
pratiche, come le lampade per le luci, le cassette, i DVD-R che
abbiamo usato per archiviare i file, lo studio in cui abbiamo
registrato parte delle musiche e così via...
Purtroppo non sono molto bravo a farmi finanziare, mi sono
concentrato sul film e a venderlo dopo averlo realizzato, non
prima... questione di carattere, direi.
Abiti a Settimo Milanese o come mai hai scelto
Settimo Milanese per presentare il tuo film?
Ho abitato a Settimo fino a venti anni fa, mia
nonna è di Settimo. Adesso sono a Bareggio, ad un tiro di
schioppo. Non ho scelto io Settimo, ma è Settimo che ha scelto
noi! Siamo decisamente in ottimi rapporti con il cineclub della
biblioteca comunale e quando hanno saputo che stavamo cercando
uno spazio per la proiezione del film si sono offerti di
ospitare l’evento. Non averi potuto chiedere di meglio!
Sogni nel cassetto?
Beh, un dei tanti l’ho già realizzato: girare
un film! Seriamente... Il primo di aprile (non è uno scherzo)
spediamo il DVD e la VHS del nostro film alla commissione che
selezionerà i partecipanti al festival del cinema di Bellaria.
Ci auguriamo che quello che abbiamo prodotto possa risultare
interessante.
Poi... boh, probabilmente ne faremo un altro, di film, ma prima
produrremo il DVD e lo venderemo.
Intervista rilasciata a V. A.
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